Picchio Verde

Abita un picchio verde nella nostra vigna, riservato e schivo. Percepiamo la sua presenza da anni, e quando appare ci accorgiamo di cercarlo con curiosità, come se ne sentissimo la mancanza, come una parte di noi che ci sfugge.
Solo pochissime volte si fa osservare, nelle ore estreme, prima di volare via basso, riscaldandoci gli occhi con le sue piume luminose e perfette.

Il biologico

È un tipo di viticoltura che confidiamo essere più rispettosa
 dell’ambiente.
 Non si usano prodotti chimici di sintesi, e questo esercizio senza
rete richiede di moltiplicare l’attenzione alle buone pratiche 
agricole, tradizionali e moderne.
Non siamo tra i fortunati a cui va sempre tutto bene con facilità,
 perché le cose in biologico non sono facili.
A volte, nonostante
tutte le attenzioni, a noi capita di perdere parte del raccolto.
Si sacrifica così parte del frutto di un anno per salvaguardare 
l’ambiente di queste belle colline, che non amano troppo la
chimica.

La Vigna, il silenzio, il ritmo

Allevare un vigneto, in particolare un vigneto vecchio, significa dover tenere conto di un alto grado di variabilità, fra appezzamento e appezzamento, fra pianta e pianta, con molte similitudini rispetto al governo delle popolazioni umane. Da tale
 variabilità nascono difficoltà di gestione, ma al tempo stesso 
energie differenziate e fresche. Ogni vite è un individuo, con le
sue caratteristiche, i suoi piccoli vizi, e la sua capacità di dare il
meglio se attentamente ascoltato. Ed è proprio la capacità di
ascolto l’attitudine più importante per il viticoltore.
Ascolto della
 natura nel suo territorio, dei suoi equilibri delicati eppure robusti, ascolto del brusio generale della popolazione di viti, 
ascolto intimo della voce silenziosa di ogni singola vite, a partire
da quella sorta di danza propiziatoria del potatore esperto nei
mesi invernali, che armonizza la conoscenza della singola pianta 
con la naturalezza dell’interpretazione e del movimento ritmi co
scienza discontinuità.
La vigna, come un figlio adolescente, ti sfida ogni volta a
 dimostrarle se tieni veramente a lei o sei solo un passante
 distratto.

Il vino naturale

Frutto della vite e del lavoro dell’uomo. È già scritto.
Per 
un’uva buona e matura, abbandonata a se stessa, il buon vino è 
solo un occasionale stato evolutivo di transizione.
Conoscere e rispettare la natura e le sue trasformazioni
 permette di guidarle con il minimo intervento verso un risultato
durevole e buono da bere, senza forzature.
Questo vino è 
semplicemente quello che noi consideriamo naturale.

Loreto Aprutino

Non c’è un uomo senza luogo e ogni luogo ha poco senso per la maggior parte degli uomini senza un uomo che gli dia vita. Il vino è testimone di questa naturale alleanza, che aspira ad essere perfetta nella sua continua mutevolezza.
Loreto Aprutino. Cittadina affascinante e di storia antica, dove l’attività agricola ha da sempre segnato il paesaggio e la cultura degli uomini. Camminare per le campagne ora ben coltivate ora selvagge, sentire risuonare i propri passi per le viuzze del centro, fra le mura di mattoni sempre più silenziose, veder rivivere le vecchie tradizioni nelle feste di paese, assistere agli eventi importanti della vita che continua, ascoltare l’eco dei fatti del mondo nelle parole dei frequentatori del bar. Una civiltà rurale e ancora particolare, lontana dai rumori globali che tutto confondono.
Il tempo. Per il viticoltore la più grande delle sfide. Misurarsi nel proprio tempo limitato con la scala non commensurabile del proprio territorio, della propria vigna, dei propri vini. Essere obbligato a mettere ogni anno un punto fermo quando si vorrebbe invece rimandare, continuando a sperare in qualcosa di più. A dare una interpretazione necessariamente parziale, ma inevitabile. A mettere il proprio piccolo, cangiante segnalibro fra i ricordi del proprio luogo.

La Vendemmia perfetta

Una così intima combinazione di natura e di umanità può tendere alla vera perfezione per circostanze che solo in parte siamo in grado di influenzare nei momenti esatti che essa richiede, e che solo incoscientemente possiamo pensare di indirizzare in modo deterministico nel periodo a noi assegnato.
Ma, pur consapevole di questo, l’uomo di vigna instancabilmente lavora con le sue piante, le cura e gli è vicino per trasmettergli, con tutta la propria energia, la forza per vivere.
Questa fatica da sola lo appaga e lo fa sentire importante e felice, perfetto, fino a quando la sua forza, a poco a poco affievolita, inizia ad allenarsi con i ricordi di una storia tante volte vissuta e mai uguale.
Ed ecco nascere allora un nuovo uomo di vigna, pronto anche lui a costruire, e con energia ad aspettare.
Ad aspettare, e poi a ricordare, la sua vendemmia perfetta.

Picchio verde

Abita un picchio verde nella nostra vigna, riservato e schivo.
Percepiamo la sua presenza da anni, e quando appare ci accorgiamo di cercarlo con curiosità, come se ne sentissimo la mancanza, come una parte di noi che ci sfugge.
Solo pochissime volte si fa osservare, nelle ore estreme, prima di volare via basso, riscaldandoci gli occhi con le sue piume luminose e perfette.

Il biologico

E’ un tipo di viticoltura che confidiamo essere più rispettosa
dell’ambiente.
Non si usano prodotti chimici di sintesi, e questo esercizio senza
rete richiede di moltiplicare l’attenzione alle buone pratiche
agricole, tradizionali e moderne.
Non siamo tra i fortunati a cui va sempre tutto bene con facilità,
perché le cose in biologico non sono facili.
A volte, nonostante
tutte le attenzioni, a noi capita di perdere parte del raccolto.
Si sacrifica così parte del frutto di un anno per salvaguardare
l’ambiente di queste belle colline, che non amano troppo la
chimica.

La Vigna, il silenzio, il ritmo

Allevare un vigneto, in particolare un vigneto vecchio, significa dover tenere conto di un alto grado di variabilità, fra appezzamento e appezzamento, fra pianta e pianta, con molte similitudini rispetto al governo delle popolazioni umane. Da tale
 variabilità nascono difficoltà di gestione, ma al tempo stesso 
energie differenziate e fresche.
Ogni vite è un individuo, con le
sue caratteristiche, i suoi piccoli vizi, e la sua capacità di dare il
meglio se attentamente ascoltato.
Ed è proprio la capacità di
ascolto l’attitudine più importante per il viticoltore.
Ascolto della
 natura nel suo territorio, dei suoi equilibri delicati eppure
robusti, ascolto del brusio generale della popolazione di viti,
ascolto intimo della voce silenziosa di ogni singola vite, a partire
da quella sorta di danza propiziatoria del potatore esperto nei
mesi invernali, che armonizza la conoscenza della singola pianta
con la naturalezza dell’interpretazione e del movimento ritmico
senza discontinuità.
La vigna, come un figlio adolescente, ti sfida ogni volta a
 dimostrarle se tieni veramente a lei o sei solo un passante
distratto.

Il vino naturale

Frutto della vite e del lavoro dell’uomo.È già scritto.
Per 
un’uva buona e matura, abbandonata a se stessa, il buon vino è
solo un occasionale stato evolutivo di transizione.
Conoscere e rispettare la natura e le sue trasformazioni
permette di guidarle con il minimo intervento verso un risultato
durevole e buono da bere, senza forzature.
Questo vino è
 semplicemente quello che noi consideriamo naturale.

Loreto Aprutino

Non c’è un uomo senza luogo e ogni luogo ha poco senso per la maggior parte degli uomini senza un uomo che gli dia vita. Il vino è testimone di questa naturale alleanza, che aspira ad essere perfetta nella sua continua mutevolezza.
Loreto Aprutino. Cittadina affascinante e di storia antica, dove l’attività agricola ha da sempre segnato il paesaggio e la cultura degli uomini. Camminare per le campagne ora ben coltivate ora selvagge, sentire risuonare i propri passi per le viuzze del centro, fra le mura di mattoni sempre più silenziose, veder rivivere le vecchie tradizioni nelle feste di paese, assistere agli eventi importanti della vita che continua, ascoltare l’eco dei fatti del mondo nelle parole dei frequentatori del bar. Una civiltà rurale e ancora particolare, lontana dai rumori globali che tutto confondono.
Il tempo. Per il viticoltore la più grande delle sfide. Misurarsi nel proprio tempo limitato con la scala non commensurabile del proprio territorio, della propria vigna, dei propri vini. Essere obbligato a mettere ogni anno un punto fermo quando si vorrebbe invece rimandare, continuando a sperare in qualcosa di più. A dare una interpretazione necessariamente parziale, ma inevitabile. A mettere il proprio piccolo, cangiante segnalibro fra i ricordi del proprio luogo.

La vendemmia perfetta

Una così intima combinazione di natura e di umanità può tendere alla vera perfezione per circostanze che solo in parte siamo in grado di influenzare nei momenti esatti che essa richiede, e che solo incoscientemente possiamo pensare di indirizzare in modo deterministico nel periodo a noi assegnato.
Ma, pur consapevole di questo, l’uomo di vigna instancabilmente lavora con le sue piante, le cura e gli è vicino per trasmettergli, con tutta la propria energia, la forza per vivere.
Questa fatica da sola lo appaga e lo fa sentire importante e felice, perfetto, fino a quando la sua forza, a poco a poco affievolita, inizia ad allenarsi con i ricordi di una storia tante volte vissuta e mai uguale.
Ed ecco nascere allora un nuovo uomo di vigna, pronto anche lui a costruire, e con energia ad aspettare.
Ad aspettare, e poi a ricordare, la sua vendemmia perfetta.

I VIGNETI